Le panchine per me profumano d’infanzia, di quando piccola andavo alla domenica mattina ai giardinetti del quartiere dove abitavo, a Napoli.
Le ricordo tutte verdi, di ferro, rigorosamente arrugginite sui bordi delle sedute e quasi sempre con qualche cartoccio abbandonato tutto unto di fritto!
Ma spesso negli anni sono state il mio posto dove mi godevo il tempo per guardare i gabbiani, dove aspettavo l’amica che non arrivava, il volto innamorato. A volte mi ritrovavo impaziente nella stazione di un piccolo paese, tanto piccola da non avere neanche un bar per un caffè al volo, ed il treno che faceva ritardo.
Altre volte, numerose volte, me ne stavo su quelle umide e odorose di salsedine dalle quali mi piaceva contemplare il sole che sorgeva, mentre aspettavo l’aliscafo per andare al lavoro.
Oggi, nelle mie passeggiate, quando ne vedo una, resto ancora affascinata da quella figura che mi appare solitaria, un po’ dimenticata! Come avvolta da un tempo sospeso.
Mi chiedo dove siano finiti i racconti passati di qui. E se qualche traccia d’emozione sia rimasta qui in mezzo!
E tu ricordi di una panchina nella tua vita? Quale storia e quale tempo?
Se vuoi raccontare la tua storia, prova con questo piccolo suggerimento e con i tuoi ricordi comincia a scrivere: “Sulla panchina mi sono seduto …”
Crea uno spazio di silenzio intorno a te, prendi tempo e donagli il tuo tempo!
Sulla panchina della Fontana di Madonna dei Boschi.
Per tutta l’estate ogni due o tre giorni ho raggiunto la fontanina di Madonna dei Boschi per prendere l’acqua per bere e per annaffiare il liquidambar, l’albero piantato in ricordo del mio babbo Vincenzo. C’è un silenzio particolare che invita al raccoglimento e, mentre aspetto che il piccolo rivolo d’acqua riempia le bottiglie, di solito o scrivo o leggo o faccio meditazione osservando la natura intorno. L’appuntamento con questa panchina è simile all’incontro con un’amica speciale, la gioia di condividere è pari alla sorpresa delle parole che si materializzeranno senza cercarle ma attendendole come un dono. E ogni volta mi sono alzata nutrita.
La informiamo che, per migliorare la sua esperienza di navigazione su questo sito web, mariarosariamemoli.it utilizza diversi tipi di cookie.
Cliccando su “ACCETTA” o continuando la navigazione, saranno attivati tutti i cookie specificati nell’informativa Estesa ai sensi degli artt. 13 e 14 reg.to UE 2016/679.ACCETTAPrivacy policy
Sulla panchina della Fontana di Madonna dei Boschi.
Per tutta l’estate ogni due o tre giorni ho raggiunto la fontanina di Madonna dei Boschi per prendere l’acqua per bere e per annaffiare il liquidambar, l’albero piantato in ricordo del mio babbo Vincenzo. C’è un silenzio particolare che invita al raccoglimento e, mentre aspetto che il piccolo rivolo d’acqua riempia le bottiglie, di solito o scrivo o leggo o faccio meditazione osservando la natura intorno. L’appuntamento con questa panchina è simile all’incontro con un’amica speciale, la gioia di condividere è pari alla sorpresa delle parole che si materializzeranno senza cercarle ma attendendole come un dono. E ogni volta mi sono alzata nutrita.