Scrivere nel Parco
Metti una data, ad esempio il 3 luglio. Metti un luogo, un parco pubblico di sabato mattina. Aggiungi il silenzio interrotto solo dal fruscio delle foglie di un pioppo e dalle penne che corrono sui quaderni.
Così ci siamo riTrovate a scrivere. A riCercare un contatto con le nostre parole, così ci bagnamo di emozioni, avviciniamo piccoli aneddoti. Come frammenti poetici su interni a lungo rimasti nella sospensione di un tempo quasi senza tempo!
Tra tronchi possenti, disteso assieme al telo anche il tempo che sembra riprendere il suo ritmo, il suo corso nell’impugnatura della mano fremente.
L’emozione di rivedersi e finalmente di potersi guardare senza schermi virtuali sembra costituire il cuore di questo incontro.
La scrittura sa essere rivelatrice di immagini del passato, manifesta il suo potere di darsi. A patto che chi scriva sia pronto a seguirla. Come a togliersi di dosso abiti usuali.
Scriviamo parole immerse nella natura e abbracciate dal silenzio.
Ascoltiamo, qualche resistenza sembra frenare, ma appare sempre un momento in cui ci si abbandona.
Alcuni dicono che
quando è detta
la parola muore.
Io dico invece che
proprio quel giorno
comincia a vivere.
Emily Dickinson