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Con il silenzio

3 AGOSTO 2020 DI MARIROSA

Il silenzio sembrerebbe una dimensione in via di estinzione, fa parte ormai di una ricerca affannosa e spesso sfibrante e quando c’è lo rifuggiamo, ne abbiamo paura. Lo evitiamo, ci diamo subito da fare per “riempire” quella sensazione forte e improvvisa di vuoto, come se ci venisse a mancare qualcosa.

Il silenzio come “ospite inquietante”, o qualcosa che va subito sostituito, tolto di mezzo … Di certo i ritmi delle nostre giornate lo allontanano, “non sanno cosa farsene” di uno spazio e di un tempo simili.

Mi sono avvicinata in punta di piedi al silenzio circa vent’anni fa. Quando ho cominciato a praticare le discipline taoiste e un pò alla volta la meditazione. Erano gli anni della ricerca interiore sulla consapevolezza, sull’ascolto interno. Il rapporto con il silenzio si è affinato e approfondito nel corso degli ultimi dieci anni; ho potuto sperimentare in prima persona il posto che gli davo e cosa sprigionava in me l’ascolto che attivava. L’uno richiamava l’altro, l’uno confluiva e nutriva di consapevolezze l’altro.

Scrivere e meditare si fondono in un solo respiro, fatto di inchiostro e di silenzio. Nell’ascolto e nella parola che si fa spazio di cura.

La mia storia con il il silenzio potrei racchiuderla in tre piccole parole: verso, in, con. E’ nell’ultima che si è generata l’esperienza di tre anni fa.


E’ quando smetti di cercare che trovi, che ti lasci trovare. Che ti apri all’inaudito, all’invisibile intorno. E’ quando ti arrendi e deponi ogni credenza, ogni strumento che accedi al Cuore.

Così ho vissuto la mia esperienza Con il Silenzio nell’estate del 2017 in Val Maira.

Nel luglio 2019 viene pubblicata la mia terza raccolta poetica che racchiude tra parole e immagini trenta giorni con il silenzio della Natura.

Ho sempre percepito la Natura come il luogo più prossimo dove ristabilire conoscenze, potenziare e ri-conoscere appartenenze. La natura è la dimensione dove si manifestano le origini antiche dell’Essere, ci pone in contatto con l’autenticità dell’essere, non risparmiandoci a volte momenti di difficoltà, nei quali emerge il faccia a faccia con le nostre intime fragilità.

Ma quali bellezze possono celare quelle fragilità?

Il silenzio sembra essere abbraccio di parole e allo stesso tempo il luogo dal quale la parola ha origine. A volte si fa testimone di un’emozione, di una piccola percezione; a volte lo ritrovo lì al mio fianco, sembra non emettere suono e mi impedisce di mettere mano alla penna. E’ solo Sguardo, poi diventerà segno d’inchiostro.

C’è bisogno di silenzio che educa, che aiuti a prendersi cura di sè, dove fermare il correre quotidiano per entrare in ascolto dell’altro. Che non sappiamo accanto a noi o sotto il naso; quel silenzio che sembra vuoto pronto a svelare ogni pienezza quando ci arrendiamo.

Per fare questo occorre che arretriamo, con umiltà e senza giudizio. Dimentichiamo l’Io nella corsa e prendiamo posto nella dimora con il Silenzio. Pronti a ricevere la Bellezza della Meraviglia.