Frammento del viaggio
11 MAGGIO 2020 DI MARIROSA
…la terra dei miei ricordi,
la terra battuta dei ricordi.
Calpestate siano le zolle rimosse
E trovare sotto assenze di vita, mancanze, granelli d’ignoto
che mi portano ancora a scavare.
Anche la sosta è atto di riguardo verso quella terra,
un atto silenzioso di rispetto per le zone addormentate ancora.
… i ricordi affiorano come bolle dense di pasta fluida un mare a volte melmoso. E quando giungono sul pelo dell’acqua, si rompono. Nel rompersi fanno uscir fuori odori, vecchi profumi, lacrime (d’)amare e dolcezze del mio passato.
Ora sto a guardare cosa accade. Entro piano nel ricordo che arriva. Così a volte prendo contatto con la mia memoria.
C’è poi quella percezione che ti passa il corpo. Che apre porte, finestre, talvolta piccole buche; mi infilo, arrivo di colpo ad un evento, a quel volto, ad un’espressione di un viso amico, familiare e ostile.
Il campo percettivo è mutato, il campo d’ascolto variato. Più ampio ed espanso, come amplificato dall’onda, si muove in continuazione e si sposta senza direzione alcuna.